UN MUSEO DIFFUSO
Genus Bononiae. Musei nella Città
Progetto: Santa Maria della Vita
- IL PALAZZO
Il complesso monumentale di Santa Maria della Vita, dal 2006 affidato alla gestione della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, è stato riaperto al pubblico a maggio 2010 in seguito ai restauri, entrando a far parte del percorso Genus Bononiae.

La chiesa, con la cupola disegnata dal Bibiena, è il più importante esemplare di Barocco bolognese; al suo interno custodisce il famoso Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, quell’ “urlo di pietra”, come lo ha definito Gabriele D’Annunzio, che tanto ha influenzato la storia della cultura italiana.

Accanto alla chiesa l’Oratorio, in cui è possibile ammirare il gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, e il Museo della Sanità e dell’Assistenza. Nel complesso ha sede anche la Schola Gregoriana Benedetto XVI, un progetto volto a promuovere la conoscenza e la diffusione del canto gregoriano. Dirige la Schola il monaco olivetano don Nicola Bellinazzo, che segue anche la formazione liturgica per la comprensione e l’interpretazione del canto gregoriano.
- LA STORIA
Costruito nel XIII secolo, il Complesso era originariamente costituito dall’Ospedale e dalla Chiesa.
A farli erigere, Riniero Barcobini Fasani, un perugino che nel 1260 abbandona la sua città con alcuni seguaci per dirigersi a Bologna, ispirato alla missione dalla Vergine Maria. Giunto in città con ventimila persone al seguito, nel 1261 fonda la Confraternita dei Battuti Bianchi e istituisce un ospedale per la cura e l’assistenza di infermi e pellegrini.
Nascono così l’Ospedale, la Chiesa e la Confraternita dedicate a Santa Maria della Vita, nel corso dei secoli divenuti importante luogo di cura e grandioso Santuario, arricchiti di splendide opere d’arte. Con le riforme napoleoniche del 1796 – 97, i beni della Confraternita vengono espropriati e diventano pubblici. A partire dal 1801 nel Grande Ospedale della Vita e della Morte confluiscono anche altri ospedali bolognesi, fino al 1814, anno in cui il complesso assume la nuova denominazione di Ospedale Maggiore, poi raso al suolo dai bombardamenti del 1943.
Il Santuario e le sue pertinenze costituiscono il cuore del centro storico di Bologna, il cosiddetto Quadrilatero.
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